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EX CASINO’ MUNICIPALE

 

L’ex-Casinò Municipale è stato progettato dall’ingegner Eugenio Miozzi ed è stato edificato nel biennio 1937-38 nella zona delle Quattro Fontane, sopra un’area in cui era presente un vecchio forte.

Una volta realizzato, l’edificio presentava un atrio di 880 mq, che permetteva di accedere al salone da pranzo, a quello del caffè e a quello delle feste: i primi due occupavano una superficie di 360 mq, mentre il terzo era ampio 800 mq.

Era stata aggiunta una scala esterna in corrispondenza del lato sinistro dell’edificio, che era utilizzata dal personale per accedere agli uffici. Gli ascensori permettevano di giungere a delle ampie terrazze di circa 3.600 mq.

Per quanto riguarda il lato destro del complesso, era stata aggiunta una scala monumentale che conduceva alle sale da gioco del primo piano: un salone di 1100 mq e un salone di gala di 800 mq.

A completamento di questo progetto decisamente ambizioso per l’epoca si possono annoverare il riscaldamento invernale, il condizionamento estivo e un’efficiente organizzazione degli ascensori e dei montacarichi.

Per completare il Casinò, furono impiegati inizialmente 500 operai, triplicati negli ultimi due mesi di cantiere.

Gli spazi interni furono abbelliti grazie alla presenza di ampie finestre per valorizzare la luminosità naturale dei saloni. Furono introdotti anche i vetri artistici, grazie al contributo di alcune rinomate fornaci muranesi come Venini, Ferro, Toso, Barovier.

Negli ambienti interni furono utilizzati numerosi marmi, generalmente molto rinomati; tra quelli presenti vale la pena citare il fior di pesco Carnico, il Repen del Carso, il Verde Châtillon di Lecco, il Breccia aurora di Valstagno, il Giallo di Siena, il Travertino imperiale, il Nero dell’Agordino, il Verde delle Alpi, la Monzonite del Piemonte, il Rosa di Lasa, la Breccia medicea, il Biancone, la Pietra d’Istria, la Portasanta di Toscana.

Lo stile architettonico di riferimento per l’Ex-Casinò Municipale è quello razionalista, con un cedimento al monumentalismo tipico del regime fascista in voga negli anni Trenta: l’intenzione manifesta fu quella di dare alla città di Venezia una nuova immagine modernista, lontana dalla consueta tradizione lagunare.

L’inaugurazione ufficiale dell’edificio avvenne il 30 giugno del 1938, mentre l’apertura al pubblico ebbe luogo il primo luglio di quell’anno.

La struttura venne utilizzata come sede estiva del Casinò di Venezia fino agli anni Novanta, per poi essere chiusa una volta inaugurato il nuovo Casinò Ca’ Noghera, sulla terraferma.

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