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PALAZZO GRIMANI

 

INTRODUZIONE

Una delle attrazioni più interessanti che si affacciano sul Canal Grande è Palazzo Grimani, un imponente edificio di stile rinascimentale, che per proporzioni sovrasta le altre strutture vicine.

Il palazzo è situato nel sestiere di San Marco, a poca distanza dal ponte di Rialto.

La struttura fu costruita a partire dal 1556 da parte dell’architetto Michele Sanmicheli. I lavori, commissionati dal procuratore Gerolamo Grimani, vennero completati nel 1576.

Il Palazzo fu scelto come sede ufficiale per i festeggiamenti per l’incoronazione a dogaressa della consorte di Marino Grimani, Morosina Morosini.

Gli eredi della famiglia Grimani conservarono la proprietà della dimora fino al 1806, quando divenne sede della Direzione delle Poste. Poco meno di un secolo più tarsi, nel 1881, il palazzo fu adibito a sede della Corte d’Appello.

Licenza CC-BY-SA 4.0; fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Grimani_(San_Luca)#/media/File:Palazzo_Grimani_(Venise)_-_Rio_de_san_Luca.jpg

La facciata possiede elementi dell’architettura romana ed è divisa in tre settori da marcapiani dalle forme voluminose.

Si pensa che la scelta di edificare un palazzo così imponente sai stata dovuta allo spiccato mecenatismo della famiglia Grimani.

La spettacolarità delle forme architettoniche colpisce lo sguardo del visitatore: in corrispondenza del pianterreno e del mezzanino, si possono notare un portale ad acqua ad arco trionfale e robuste colonne scanalate che sorreggono il poggiolo. La parte superiore del portale è ornata dalla due sculture delle Vittorie. Nei piani nobili, sono presenti colonne binate non scanalate di ordine corinzio.

Un aneddoto singolare che sfocia nella leggenda fa risalire le grandi aperture ad arco del palazzo ad un episodio che avrebbe visto come protagonista il giovane Girolamo Grimani; quest’ultimo, innamorato di una giovane appartenente a un’importante famiglia patrizia, quella dei Tiepolo, avrebbe ricevuto dal padre di lei questa risposta: “Non sarà mai dito vero che mi daga la man de mi fia a un desparà che no gnanga palazzo in Canal” (Nessuno potrà dire che io possa dare la mano di mia figlia a un disperato che non ha un palazzo sul Canal Grande).

Girolamo, per  nulla intimorito, fece costruire un palazzo le cui finestre erano più grandi del portone di Ca’ Tiepolo. Evidentemente, anche in quell’epoca, la possibilità di poter esibire un certo status rappresentava un fattore fondamentale per riuscire a stringere rapporti fon le famiglie della nobiltà veneziana.

UN PALAZZO SOLO NON BASTA

Se pensate che alla famiglia Grimani bastasse avere un solo palazzo nel centro storico di Venezia, vi sbagliate. Esiste anche un altro palazzo, ubicato nel sestiere di Castello, oggi sede di un museo.

Questo secondo Palazzo, appartenente al ramo di Santa Maria Formosa della famiglia Grimani fino al 1865, è stato recuperato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali di Venezia. Aperto al pubblico da dicembre 2008 dopo una prolungata fase di restauro, è parte integrante del Polo Museale Veneto.

L’edificio, eretto su una fabbrica di epoca medievale, fu acquistato da Antonio Grimani, proclamato doge nel 1521. I discendenti di Antonio, Vettore e Giovanni Grimani, decisero di ristrutturare l’edificio inserendo caratteri architettonici ispirati alla classicità. Le pareti dell’edificio vennero decorate con stucchi e affreschi visivamente molto accentuati.

In particolare Giovanni Grimani, Patriarca di Aquileia, era dedito al collezionismo, e scelse il palazzo come luogo di raccolta di opere antiche, come sculture, marmi, vasi, bronzetti e gemme.

Licenza CC-BY-SA 4.0; fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Grimani_(Castello)#/media/File:Palazzo_grimani_di_s.m._formosa,_ingresso_attr._al_sanmichelio_con_tre_busti_romani.jpg

 

Il palazzo oggi è visitabile, e offre agli appassionati la vista di alcuni ambienti unici per eleganza e raffinatezza:

Palazzo Grimani di Santa Maria Formosa è ricco di decorazioni che celano enigmi e simbologie dalle diverse chiave di lettura; tutto questo conferisce un sottile alone di mistero che attrae la curiosità di studiosi e appassionati.

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